Quando AGENDO mi ha chiesto di realizzare un cortometraggio sull’autonomia e l’indipendenza delle persone con sindrome di Down ho subito pensato a un pesce rosso e alla sua boccia di vetro.
La boccia era appoggiata su un tavolo e Red, il pesce rosso, nuotava all’interno.
Tutto intorno un gruppo di ragazzi che la fissavano affascinati e curiosi.
Quell’immagine arrivava dai ricordi di un mio precedente lavoro teatrale con persone con disabilità in cui avevo chiesto agli attori di prendersi cura di un pesce rosso per tutta la durata della tournée in modo tale che si creasse un legame tra loro e lo spettacolo.
È da questa immagine iniziale che è nata e si è sviluppata la storia de IL COCCODRILLO DI PANE.
È un film sui desideri, sulla purezza e l’egoismo che si trovano spesso al confine tra infanzia e età adulta. Sulla libertà di pensiero che può fiorire all’interno di una convivenza.
Sul desiderio di seguire un sogno. Sulla necessità di trasgredire le regole, di sentirsi vivi. Sulla libertà di scegliere. Un viaggio tra sogno e realtà in cui i ruoli sociali si capovolgono e il desiderio di conoscenza e indipendenza prevale sugli ostacoli.
Anche se in apparenza potrebbe sembrare impossibile.